CAVA
D'ISPICA
Situata
tra i comuni di Ispica e di Modica, questa fenditura, lunga circa
13 km. E' costellata di abitazioni trogloditiche, piccoli santuari
e necropoli, I primi insediamenti umani attestati nella zona risalgono
al neolitico. Le grotte che costellano le pareti della cava sono
state create dalla natura per il fenomeno carsico ed in seguito
modificae ed adattate dall'uomo alle proprie esigenze.
VISITA
La
visita alla cava comprende due settori. Il primo, nella zona nord,
tra Modica lspica, è visitabile a partire dall'Ufficio della
Sovrintendenza (seguire indicazione Cava d'lspica). Consiste di
una zona recintata e facilmente visitabile ed una zona più
a nord, in cui i "monumenti" sono disseminati nel territorio
e sono difficilmente identificabili e raggiungibili. Per questo
motivo si consiglia una visita guidata.
Il secondo settore si trova ad lspica ed è stato organizzato
per le visite. E' denominata Parco della Forza.
Cava
d'lspica - In quest'area si trova una catacomba di epoca paleocristiana
(IV-V sec.) imponente per il numero di sepolture (464 tombe), denominata
Larderia da Ardeia, ricco di acqua. L'ingresso principale si trovava
alla fine dell'attuale percorso da dove si snoda la "navata
centrale", lunga 35,6 km. Le due ali laterali sono state aggiunte
in seguito.
La visita segue il profilo di una parete rocciosa. Superati (in
alto sulla parete a sinistra) la Chiesa di S. Maria ed il Camposanto,
si giunge alle Grotte Cadute, un complesso abitativo a più
piani. Il passaggio da un livello all'altro era reso possibile da
buchi aperti nel soffitto (e dotati di tacche scavate nella roccia
che fungevano da gradini) dai quali venivano calate corde e pertiche
che potevano essere ritirate in caso di pericolo.
Di fronte all'ingresso della zona recintata, oltre la Provinciale,
una strada permette di raggiungere la Chiesa rupestre di S. Nicola
e la Spezieria, chiesetta arroccata sullo sperone roccioso. Il nome,
di derivazione popolare, è ricollegabile alla presunta presenza
di un monaco che preparava medicamenti con le erbe. La chiesa consiste
di due ambienti: la zona presbiteriale, triabsidata e decentrata
rispetto alla navata.
Riprendere
la macchina e percorrere la Provinciale in salita fino alla prima
traversa a sinistra.
Baravitalla
- Il pianoro, ora disseminato di muretti a secco, è il sito
su cui sorgeva il nucleo abitato e dove si trovano i resti della
chiesa bizantina di S. Pancrati (sulla sinistra, recintata). Poco
oltre, una traversa sulla sinistra permette di raggiungere la zona
ove sono ubicati gli altri luoghi d'interesse (difficilmente raggiungibili
se non accompagnati): la Tomba a finti pilastri, con doppio ingresso
in antis e la Grotta dei Santi, un ambiente rettangolare con resti
di affreschi lungo le pareti (si intravvedono le aureole dei personaggi
raffigurati).
Ritornando
sulla Provinciale in direzione di Cava d'Ispica si può vedere
(sempre se accompagnati) la Grotta della Signora, forse una fonte
d'acqua sacra di origini antichissime. Alle pareti si trovano alcuni
graffiti sia di epoca preistorica che paleocristiana (svastiche
e croci).
Andando
invece verso lspica, nella zona centrale della cava, sussiste il
cosiddetto Castello, un suggestivo nucleo abitativo "a più
piani" abbandonato solo negli anni '50 (molto difficile da
raggiungere, per indicazioni precise si consiglia di rivolgersi
a chi effettua la visita guidata, si veda sopra).
Parco
della Forza - Si trova ad Ispica. E' l'area d'insediamento più
antico ed è frequentata fin dal neolitico. In epoca medievale,
il pianoro che sovrasta la cava viene fortificato, diviene una vera
e propria cittadella con al centro il cosiddetto Palazzo Marchionale,
di cui si indovina parte della planimetria. Alcuni ambienti conservano
il pavimento originale in formelle di calce cotta dipinta. Il fortilizio
comprendeva anche alcune chiese, tra le quali L'Annunziata, che
presenta, sul pavimento, 26 fosse sepolcrali. La grotta chiamata
Scuderia, perchè destinata a tale uso dall'epoca medievale,
conserva resti di graffiti equestri.
Un'idea dell'importanza dell'insediamento può essere data
dalle cifre: prima del sisma del 1693 circa 2000 persone vivevano
nella cittadella e 5500 nelle cave.
Il monumento più singolare è sicuramente il Centoscale,
una lunghissima scalinata sotterranea (240 gradini intagliati nella
roccia) che scende a 45° e per 60 m penetrando nel fianco della
collina fino a raggiungere il fondovalle sotto il letto del fiume.
Il cunicolo, di datazione incerta, era stato ideato per l'approvvigionamento
idrico soprattutto nei periodi di siccità. Cento schiavi
(da cui il nome) appostati lungo la scala, raccoglievano l'acqua
che filtrava dal letto del fiume (e nel punto finale la scala era
20 m sotto il livello dell'acqua) e la passavano nei secchi fino
alla superficie.
Fuori dal parco (per visitarla chiedere ai custodi) si trova anche
S. Maria della Cava, chiesetta rupestre con resti di affreschi stratificati.
LA
CITTADINA DI ISPICA
Il centro della cittadina ruota intorno a piazza Regina Margherita
su cui si affacciano la Chiesa Madre, S. Bartolomeo e Palazzo Bruno
(1910), caratterizzato da una torretta angolare. Alle spalle della
chiesa, corso Umberto, fiancheggiato da bei palazzi conduce al "gioiello"
liberty della cittadina, Palazzo Bruno di Belmonte (oggi è
il Municipio), opera di Ernesto Basile. Quasi di fronte si trova
il bel mercato coperto oggi adibito a sala per manifestazioni organizzate
dal comune. Oltre si trovano altri bei palazzi, come ad esempio
al n. 76 ed al n. 82. Ritornare in piazza Regina Margherita ed imboccare
via XX Settembre per raggiungere la Chiesa di S. Maria Maggiore.
Davanti alla chiesa un elegante loggiato ad esedra, opera di Vincenzo
Sinatra, crea un bellissimo insieme. L'interno della chiesa conserva
un bel ciclo di affreschi del catanese Olivio Sozzi (1763) dagli
influssi rococò. Il grande affresco centrale raffigura il
Vecchio ed il Nuovo Testamento: sono riconoscibili Adamo ed Eva,
Giuditta con la testa di Oloferne, Mosè (in basso), gli apostoli
e S. Pietro al centro, e Cristo con l'Eucaristia in alto. Nella
cappella sinistra del transetto si trova un baldacchino (portato
in processione il Giovedì Santo) con un singolare Cristo
alla Colonna ligneo che, chino su se stesso, sembra soccombere al
dolore per le ferite inferte.
Dalla parte opposta corso Garibaldi porta all'elegante Chiesa dell'Annunziata,
ornata all'interno da pregevoli stucchi settecenteschi che riproducono
episodi biblici, Sono opera di G. Gianforma.
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