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              ORCHIDEE 
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            Le Orchidee spontanee sono fiori 
              dotati di uno straordinario fascino, non solo per la loro bellezza, 
              ora intrigante ora sorprendente per le peculiarità metaforiche 
              delle forme,   
              ma anche per le loro strategie riproduttive che rivelano un'intelligenza 
              ed un'astuzia più caratteristiche del mondo animale che di 
              quello vegetale. In realtà la loro evoluzione ha viaggiato 
              per milioni di anni andando di pari passo con quella degli insetti 
              impollinatori. 
            Le Orchidee esotiche hanno dimensioni 
              più grandi e sono per lo più epifitiche, ossia crescono 
              sugli alberi. Quelle europee sono invece terricole ed hanno dimensioni 
              più piccole, ma non sono affatto meno belle. 
            Alla famiglia delle Orchidee, che 
              è una delle più numerose del mondo vegetale appartengono 
              più di 20.000 specie distribuite su tutta la superficie del 
              globo con esclusione degli artici e dei deserti. 
            In 
              Sicilia ne sono presenti oltre 60 entità, fra specie e subspecie 
              e di queste 47 si riscontrano nella Sicilia sud orientale. Le Orchidee 
              adottano un metodo di riproduzione entomofila, ma attraggono gli 
              insetti pronubi con strategie diversificate per genere.   
              Tutte comunque producono numerosissimi e minuti semi sprovvisti 
              di sostanza citoplasmatica. Per questo motivo essi allignano soltanto 
              quando trovano dei microfunghi con i quali instaurano un rapporto 
              simbiotico che ne permette la germinazione, il seme fornisce il 
              motore metabolico e il programma riproduttivo impresso nei geni, 
              mentre il fungo provvede a rifornire la cellula del substrato energetico. 
              Questo rapporto può durare per tutta la vita per quelle specie 
              saprofitiche incapaci di sintesi clorofilliana, mentre per la maggior 
              parte delle altre specie idonee alla sintesi clorofilliana, si interrompe 
              quando la plantula produce le prime foglie verdi capaci di captare 
              la luce del sole. 
            Perché si instauri questo 
              rapporto simbiotico di tipo micorrizico possono trascorrere da 2 
              a 15 anni e questo dato già contribuisce in parte al rispetto 
              per le orchidee spontanee che in un certo senso affidano la loro 
              riproduzione alla aleatorietà della sorte. Ophrys mirabilis 
              appartiene ad un genere che, non essendo provvisto di organi produttori 
              di sostanze zuccherine (sperone nettarifero), ha elaborato un espediente 
              alternativo raffinato ed intelligente di attrazione per i pronubi. 
              Le Orchidee di questo genere infatti possiedono un labello (petalo 
              specializzato) con la forma, il colore, la pelosità e persino 
              gli odori caratteristici (feromoni) delle femmine di determinati 
              insetti esclusivi per ciascuna specie. 
            Così gli insetti maschi vengono 
              attratti dalle sembianze femminili del labello e vi si buttano addosso 
              a capofitto, cercando freneticamente un abbraccio amoroso (pseudocopulazione). 
              In questa foga di sfrenata passione vengono a contatto con i bottoncini 
              adesivi (viscidii o retinacoli) dei pollinodi che rapidamente aderiscono 
              al loro corpo. 
            Successivamente gli insetti maschi, 
              un po' delusi dalla scarsa partecipazione femminile s'involano alla 
              ricerca di un'altra femmina (o presunta tale) e molto probabilmente 
              ricadranno nell'inganno fecondando però in tal modo un'altra 
              orchidea. 
             Come 
              tutte le Ofridi, anche Ophrys mirabilis adotta la medesima strategia 
              riproduttiva. Il successo di un tale comportamento di attrazione 
              sessuale si misura dal numero di ovari fecondati e purtroppo pare 
              da una recente stima effettuata nel corso dell'ultima stagione di 
              fioritura, che Ophryis mirabilis da questo punto di vista non abbia 
              molto successo. 
            Quest'anno infatti gli ovari fecondati 
              di O. mirabilis iblea che hanno fruttificato sono stati circa il 
              30%. Questo dato fa temere il peggio per la nostra Orchidea. Anche 
              se non si è in grado di sapere quale sia stato nel passato 
              il tasso di fruttificazione si può supporre che il successo 
              riproduttivo dei suoi comportamenti sessuali non sia in assoluto 
              elevato anche confrontandolo con quello di altre Ofridi presenti 
              nello stesso sito ed in cui ho potuto constatare un tasso di fruttificazione 
              dell'80% in media e del 100% in alcuni individui. Nessuna O. mirabilis, 
              fra le 40 esaminate, ha presentato l'anno scorso fruttificazione 
              di tutti gli ovari. 
            La causa più probabile di 
              questo fenomeno potrebbe essere attribuita o ad una diminuzione 
              del numero di insetti pronubi specifici, causata da modificazioni 
              dell'ambiente (realmente indotta dall'intervento umano nell'ultimo 
              decennio in quella località) oppure da una diminuzione della 
              forza seduttiva dei feromoni o delle fattezze del labello di O. 
              mirabilis. 
            In considerazione comunque della 
              cospicuità della popolazione di O. mirabilis sembra opportuno 
              ipotizzare come più realistico un evento suscettibile di 
              modificazione a breve termine piuttosto che altri legati a fattori 
              genetici che necessitano di tempi molto lunghi e la cui trasformazione 
              avrebbe già determinato un impoverimento della popolazione. 
            Ciò probabilmente non è 
              ancora avvenuto trattandosi di piante perennanti, ma potrebbe avvenire 
              in un prossimo futuro. 
            O. mirabilis appartiene al genere 
              O. e al gruppo di O. fusca-lutea senza solco mediano basale, analogamente 
              a O. atlantica e al sottogruppo di O. omegaifera. Queste orchidee 
              per molti versi assomigliano alle Ofridi del gruppo Ophrys fusca-lutea, 
              ampiamente diffuse in Sicilia, ma se ne distinguono per l'assenza 
              del solco mediano alla base del labello e per la presenza di un 
              margine chiaro apicale dello specchio a forma di w (come nel sottogruppo 
              di Ophrys omegaifera). 
              
              Ophrys fusca; con solco basale mediano 
            Le Orchidee con queste caratteristiche, 
              prima della scoperta di Ophrys mirabilis, erano presenti solo nel 
              territorio nord-africano e in quelle regioni mediterranee in cui 
              la sua influenza è più forte: a Occidente il sud della 
              penisola iberica (O. dyris, O. atlantica) e ad Oriente la Grecia, 
              Creta, Libano e Israele (O. israelitica, O. omegaifera etc.). 
            La scoperta di questa nuova stazione 
              di O. mirabilis offre l'occasione per confermare ancora una volta 
              la grande importanza che ha dal punto di vista biogeografico la 
              cuspide meridionale della Sicilia in cui convergono le influenze 
              delle regioni orientali e occidentali del mediterraneo e del Nord 
              Africa. 
            E di questa realtà biologica 
              O. mirabilis diviene un simbolo elegante e sorprendente da proteggere 
              e salvaguardare perché la sua esistenza conferma una volta 
              di più che la Sicilia "costituisce un mondo insulare 
              di profonda originalità e di incredibile diversità". 
              (P. Geniez e F. Melki) 
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