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UNA GIORNATA IN VIGNA
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Far vendemmia … la gioia di tutti! Anche le donne vi prendono parte, le donne, che in Sicilia non vanno mai a nessun lavoro campestre, eccetto questo della vendemmia.
Di solito tutta una famiglia va insieme, forma unica comitiva; o questa è formata da persone tutte del vicinato o amiche. In un vigneto sono sempre diverse comitive che formano la "chiurma".

A tutti si fornisce due volte al giorno il companatico, di sarde salate e cipolle o un po’ di formaggio. Il pane lo porta ognuno per suo conto: un po’ di vino per tutti, poi, la minestra la sera, allorché si resta a dormire nella vigna.

A punta di giorno - appena il "capu-filaru" più anziano ha pronunciata la formula iniziale: "Sia lodatu e ringraziatu lu santissimo e divinissimu Sacramentu!" e gli altri han risposto: "Sempre sia lodatu"- tutti i vendemmiatori si trovano sul posto, innanzi ai filari della partenza da vendemmiare.

Il proprietario assegna un filare a ciascun vendemmiatore, mettendo ad ognuna delle due estremità un "capurali", che chiamasi anche capu-filaru, ed alternando nel mezzo i più pratici e adulti coi meno pratici e giovani.
Per ogni otto vendemmiatori c’è un trasportatore a spalla, "u carriaturi", il quale in un gran corbello raccoglie l’uva vendemmiata e corre a deporla nel tino o nel "parmentu".

Nelle ore dei pasti i lamenti maggiori sono per il companatico. Calato il sole si fa prima il solito ringraziamento a Dio, poi la ciurma sfila verso la casetta rurale, o capanna che sia, (quando non torna all’abitato) ed ivi mangia la minestra; dopo aver recitato il Rosario incomincia la baldoria: tutti si mettono a saltare sfrenatamente al ritmo dei balli popolari, finché sopraggiunge la stanchezza.

Compiuta la vendemmia di un podere, suole il padrone regalar qualche grappolo a ciascuno della ciurma, nel tempo stesso che ha saldato ogni conto con tutti ( fattu l’aggiusta). E il domattina si va in altri vigneti e con altri padroni, e così di seguito per il corso di due mesi, che è il tempo della durata della vendemmia.

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