IL
VINO COTTO
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Questo
non è altro che il succo dell'uva che veniva bollito fino
a farlo ridurre ad un terzo e quindi, dopo averlo fatto raffreddare,
si mescolava con l'altro mosto facendone innalzare il grado alcolico,
ma più spesso veniva conservato in damigiane di vetro per
usarlo in inverno come sciroppo per la tosse o per fare dolci.
Questi si facevano in qualsiasi momento e particolarmente prima
di finire la vendemmia, per offrirne agli amici e parenti che non
avevano vigneti.
Fra
i dolci più popolari sono da annoverarsi "a mustata"
nelle caratteristiche forme di argilla smaltata, "i mustazzola,
i cuddureddi", etc., che venivano preparati con farina di semola,
mandorle a pezzetti e il "cuottu" o vino cotto.
Il mosto utilizzato per la preparazione di questi dolci veniva addolcito
con della cenere e si faceva cuocere ed in seguito veniva filtrato.
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