COLTIVAZIONE
E RACCOLTA
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Generalità
L'Olea
europaea, nome scientifico dell'olivo, si presenta in due sottospecie:
olea coltivato (olea europaea ssp.sativa) e olea
selvatico (olea europaea ssp.oleaster).
Il primo è un albero alto oltre 15 metri con ampia chioma
(6-12 metri), con rami lisci, foglie lanceolate sempreverdi nella
parte superiore e argentee inferiormente; il fusto è contorto,
grigiastro, caratterizzato da rigonfiamenti alla base. I fiori sono
pochi appariscenti, a 4 petali, bianco-giallastri, riuniti in infiorescenze
a grappolo, l'impollinazione avviene per mezzo del vento; i frutti
sono drupe di forma ovoidale con mesocarpio carnoso contenente grande
quantità di olio, ed endocarpio (nòcciolo) grande
e duro contenente un solo seme.
I frutti pesano da 2 a 8 grammi ed hanno un colore che cambia ("invaiatura")
dal verde al giallo al viola al nero violaceo; maturano a partire
da ottobre e contemporaneamente al viraggio del colore si svolge
la maturazione o "inoliazione" durante la quale nella
polpa dimunuisce il contenuto in acqua, zucchero e acidi e aumenta
quello in olio.
L'oleastro è più piccolo, alto fino a 4-5 metri, con
rami spinescenti, foglie corte e strette, frutti piccoli rosso-nerastri
con mesocarpio poco sviluppato; viene utilizzato solo per innesto.
Coltivazione
dell'olivo
L'olivo
resiste alla siccità ma teme il gelo (la temperatura non
deve scendere sotto i -5°C), vuole un clima temperato-caldo, terreni
calcarei e anche se rocciosi non troppo compatti o umidi, da escludere
invece quelli fortemente argillosi; per tali esigenze viene coltivato
in tutta Italia tranne che in Piemonte, Val d'Aosta e Pianura Padana.
L'Italia è, insieme a Spagna e Grecia, uno dei primi paesi
al mondo per produzione d'olio.
Prima della messa a dimora è opportuno effettuare un'abbondante
concimazione a base di letame e di fertilizzanti minerali. Le piante
si mettono a dimora tenendo il punto di innesto fuori dal terreno,
a radice nuda o con le radici avvolte dal pane di terra. L'irrigazione
è necessaria solo nei primi anni di vita in caso di prolungata
siccità.
La moltiplicazione generalmente non si effettua per seme, in quanto
le piante ottenute in tale modo crescono lentamente nei primi anni.
Si ricorre alla semina solo per ottenere piante da innestare; i
semi impiegano circa 18 mesi per germinare. La moltiplicazione vegetativa
può essere effettuata in vari modi:
-
si ricorre agli 'ovuli', ingrossamenti che si formano soprattutto
alla base della pianta; vengono staccati nel periodo invernale
e conservati in sabbia. In primavera si tagliano a pezzi, che
si piantano in vivaio, e dai cui si formano molti germogli;
dopo due anni si lascia solo il germoglio più vigoroso
e, quando le piantine hanno 5-6 anni, si mettono a dimora.
-
si ricorre alle talee: in inverno si prelevano porzioni lunghe
meno di mezzo metro da rami giovani e si conservano in sabbia;
in primavera si piantano orizzontalmente in vivaio e si lasciano
germogliare. Dopo due anni si lascia solo il germoglio più
robusto e, quando le piantine hanno 5-6 anni, si mettono a dimora.
-
si ricorre ai polloni radicati, formati dagli ovuli presenti
sulle piante; vengono staccati e piantati in vivaio. Dopo 3-4
anni si mettono a dimora.
- si
ricorre anche all'innesto, utilizzando come portinnesto principalmente
l'oleastro.
Si
alleva a forma naturale, cercando di evitare che la chioma diventi
troppo densa; bisogna tener presente che l'olivo non sopporta bene
i tagli , per cui, dato che la produzione avviene sui rami di un
anno, la potatura deve eliminare una parte dei rami che hanno fruttificato
e diradare i rami giovani. Questa operazione limita il fenomeno
dell'alternanza di produzione.
Parassiti: anche l'albero dell'olivo viene attaccato da varie forme
di parassiti che si distinguono in animali e vegetali:
-
parassiti animali: la COCCINIGLIA GRANDE DELL'OLIVO
e la MOSCA DELLE OLIVE
-
parassiti vegetali: l'OCCHIO DI PAVONE DELL'OLIVO e
la ROGNA DELL'OLIVO.
L'olivo
è una pianta molto longeva (pare che in Palestina e nell'Africa
del Nord esistano olivi vecchi di 2000 anni!), ma entra tardi in
produzione; comincia infatti a dare frutti dopo 15-20 anni, secondo
le forme di allevamento.
Raccolta
delle olive
La raccolta delle olive avviene, a frutto maturo o quasi, fra novembre
e gennaio con due sistemi di raccolta: manuale o meccanico.
Il primo si basa sulla raccolta delle olive una ad una sull'albero:
- brucatura
con cesto (metodo ottimo ma costoso),
- brucatura
con telo (le olive vengono fatte cadere dall'albero su un telo
steso per terra),
- scrollatura
(le olive cadono sul telo scrollato manualmente),
- pettinatura
(si passano dei grossi pettini tra i rami),
- bacchiatura
(si percuotono i rami con lunghe pertiche di legno o canne (diffuso
nel territorio ragusano),
- raccattura
(si raccolgono le olive quando sono cadute in modo spontaneo).
Con
la raccolta meccanica si fanno cadere le olive in una macchina aspiratrice
per spazzolamento o movimento vibratorio.
Le olive raccolte vengono immagazzinate in ambienti aerati e freschi
per non più di 5/6 giorni, vengono poi lavate e passate al
frantoio.
Durante questa attesa possono avvenire nel frutto delle modificazioni
chimiche che portano ad un aumento del grado di acidità e di ossidazione
dell'olio, pertanto minore è il tempo di conservazione delle
olive tanto migliore risulterà essere la qualità dell'olio.
Produzione
dell'olio
I
frantoi oggi sono moderni strumenti di avanzata tecnologia ma il
principio è rimasto quello dell'antichità: la spremitura
meccanica; anticamente erano formati da due grosse ruote di granito,
in rotazione su un basamento, che riducevano le olive in una pasta
omogenea. Dopo la frangitura la pasta ottenuta viene rimescolata
per separare l'acqua dall'olio; successivamente per pressione o
centrifugazione della pasta gramolata, si ottiene una parte solida
(sansa) e olio che contiene ancora residui che vengono eliminati
con la fase di decantazione e una serie di travasi. Infine viene
filtrato, imbottigliato e immediatamente commercializzato; infatti
con il tempo l'olio d'oliva perde in parte le sue caratteristiche
organolettiche, e da ciò discende il detto popolare "olio
nuovo, vino vecchio".
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